ciak

In un blog da queste parti si parlava di sogni. Di quelli ad occhi aperti. Progetti troppo grandi e meravigliosi per essere definiti, appunto, solo progetti. Della loro importanza nella vita di ciascuno di noi, della loro capacità di accecarci o condurci, o entrambe le cose. Di quanto sappiano essere pericolosi. Ovviamente tutto dipende dalle proporzioni, e perdere contatto con la realtà non è mai completamente indolore. Insomma, posso passare giorni e giorni a desiderare (e sognare) di sposare Nicole Kidman, ma la realtà rimarrebbe sempre che la bella Nicole continuerebbe tranquillamente a vivere la sua vita ignorando totalmente la mia esistenza.
Il punto è un altro. Partiamo dal rap.
Sì, il rap. Che personalmente reggo a fatica. E infatti ero intento proprio a pensare, fra me e me, che non reggo il rap, e mi accingevo a lasciare Mtv al rapper vitaminizzato (e faccia da cattivo) di turno, ma venivo congelato da quanto avveniva in seguito sullo schermo. Il rapper di cui sopra invitava una masnada di banbini a cantare con lui il ritornello (e la morale) della sua canzone, ovvero (tempo in 4/4):

I know I can
be what I wanna be.

E questo, signori miei, è il succo dei sogni. Da bersi gelato a garganella. A volte va di traverso, ma quando scende fino in fondo scuote fino ai precordi.

Nel mio piccolo ho preso qualche buona sorsata anch'io, e me ne sono reso conto per davvero solo un paio di estati fa, mettendo piede sul set de La Casa Sfuggita.
Immaginate la scena. Io, mai visto girare nulla più del solito filmino di nozze (o il mio esame di laurea, che mi sono sempre rifiutato di vedere), che entro nell'atrio della grande villa "on location" e trovo dodici metri di binari davanti al portone d'entrata (chiuso e oltre il quale stanno gli attori in attesa del ciak), carrello con sopra regista, telecamera e monitor e spinto da Fabiolino (carrellista), macchina del fumo che fuma, illuminazione ad hoc, microfono su "giraffa" autocostruita, la Roby (segretaria d'edizione) con la lavagnetta del ciak che si fa avanti e grida: "Dieci uno prima... SILEENZIOOOO!!!"
Un attimo di gelo prima che il regista gridi "Azione!"
Non riesco a rimanere fermo dall'eccitazione. Si parte.
Rita (off): "Alex, cosa ci facciamo qui?"
Carrello avanti mentre Alex apre la porta e fa un passo nella stanza.
Alex: "Quello che ci facciamo sempre [alza la compattina davanti al viso e scatta una foto col flash che ci abbaglia per un istante], ricerche. I libri non si scrivono da soli."
Seguo la scena sia dal vivo che sul monitor. Mio Dio... l'ho proprio scritta così! L'ho proprio immaginata così! Per un attimo sono talmente eccitato che dimentico di respirare. Peccato ch'è passata una macchina ed è entrata nel sonoro... da rifare. Sarà, però è bellissimo. E' fresco è delizioso succo dei sogni. A volte un sorso ti cambia la vita. Non ne sono ancora sicuro al 100%, però credo che quella sera sia stato per me un punto di non ritorno. Fatevi trovare qui tra una decina d'anni, e vi dirò com'è andata.

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