proviamo pure

È ora di passare alla versione "mobile"...

tre anni

Ciao papà. Il tempo passa in fretta. Sembra ieri, e il freddo è lo stesso.

E tu sei sempre qui.

ricevo e inoltro

Ieri, via email...

Caro
Il mio nome e Sofia! Io penso che Lei dovrebbe sapere che io dall'Ucraina ed io vivo in citta sotto nome Kiev! Abbastanza il grande e la bella citta!

In generale io nascevo in lui ed io vivo su todays! Ora a me di 26 anni e come Lei probabilmente ha indovinato io ora coltivo e solitario! Quindi ha risultato che io non potessi incontrare correttamente la persona con cui potrebbe gettare nel destino!

Io non so che io ho spinto su esso un passo ma io ho deciso ciononostante di provare la felicita! Ora io non so che da questo esso per risultare ma io spero che tutti saranno buoni!

Quindi Lei ora sa dove io vivo anche gradirei continuare! Attualmente io lavoro ed io lavoro come il direttore!

Bene io penso abbastanza del mio lavoro! Scriva dove anche come che i lavori Lei? Se il Suo lavoro e piacevole a Lei?

Ometta per il mio lavoro io ho molti hobby per esempio io raccolgo monete antiche. A me quale grande raccolta Io valuto.

Io posso dire circa me che io attivo lo sportivo. Piaccia giocare a tennis di tavola e mi piaccia un gioco degli scacchi!

Voglia dargli la piccola rappresentazione sul mio carattere. Puo dire quell'amichevole e socievole. Io molto raramente e adirato ed a tutto io non amo disputa. E piacevole a me e nella societa allegra ed io apprezzo il buon senso di umore. Mi piacciono uomini arguti. E che preferenze a Lei? Va in per sport?

Io leghero la mia fotografia a questa lettera io lo spero a Lei e piacevole. Gradirei vedere le Sue fotografie se a Lei e.

Io spero che la nostra amicizia comincera con questa lettera e e piu tardi possibile relazioni piu serie se questo che che Lei vuole. Scrivo cosi perche io realmente sono aggiustato seriamente e sinceramente io spero che a Lei?

Su lui io voglio finire questa lettera ed io aspettero la Sua risposta.
Il Sofia di distinti saluti!

Per favore risponda solamente nostro e-mail personale: Sofiaodna@gmail.com "

(vedi allegato)

gatta ci cova

E non mi si venga a dire che una ragazza che si presenti alla Feltrinelli in tubino-minigonna nero e calze lilla — e trascorra l'intero pomeriggio seduta a gambe accavallate a sfogliare con languore libri d'arte e di fotografia — non sia l'equivalente femminile di un "intellettuale per la figa".

sassi che il mare ha consumato

...sono i miei ricordi, lontani.

Sarà l'immutabilità quasi metafisica di Numana e della vecchia casa, saranno gli anni trascorsi a seppellire sotto nuove emozioni quelle vecchie; sta di fatto che poi quando tutto torna fuori, risputato come il rigurgito di un vulcano, m'accorgo di non avere scampo. Beh, non è esatto: uno scampo o due finiscono nel mio piatto di linguine allo scoglio, assieme alle vongole e ai moscioli del Trave.

E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Sassi

volete vivere per sempre?

...è l'incitazione che debbo propinare ai colleghi da qualche giorno, davanti ai piatti della mensa.

l'approccio olistico della software house

Direttamente dalla sala corsi:
"Vi suggerisco di arrivare a conoscere perfettamente il vostro Universo."

fino alla fine del mondo

E’ rosso, là fuori dal finestrino. Rosso di sangue coagulato e nero. Il paesaggio sotto l’opprimente caligine ci scivola accanto nel rollio ipnotico, nel ritmico incedere del treno sul binario della Fine Del Mondo. L’Armageddon. Sì, là davanti a noi, increduli e storditi più che spaventati. Chi l’avrebbe detto? Chi l’avrebbe immaginato? Che saremmo periti nell’Ultima Battaglia.

Il corridoio è deserto, mentre mi dirigo in testa treno. Incrocio due ragazzi dall’aria livida e torva, rancorosi dopo l’ovvia zuffa. Oltre la tenda azzurra mezza tirata di uno scompartimento vedo una ragazza: piange sola tenendo nelle mani davanti a sé un panino morsicato e la lattina di una bibita.

Il vagone ristorante è un po’ più affollato. Seduta mollemente ai tavoli mezzi sparecchiati la gente fuma, mentre un anziano inserviente porta un vassoio vuoto e ripete e ripete: “Non si può fumare. La prego, signore, in questa carrozza è vietato fumare.” C’è un solo tavolo a cui non siede nessuno. Quando mi ci metto io, gli occhi di tutti mi guardano a lungo e poi s’abbassano o s’allontanano, come se avessero deciso che non vogliono aver nulla a che fare con me. Sul tavolo noto il Libro. Allungo la mano. “Non farlo,” sussurra una voce; ed è un sussurro che suona come un grido.

La voce ha un vestito verde scuro, lunghi capelli ricci castani, degli occhi verde mare chiarissimi e disarmanti. Il suo viso affilato è di una bellezza pericolosa. Appoggio la mano sulla copertina del Libro. Lei, sempre in piedi, appoggia la sua alla mia. E’ piccola e fredda, e trema.

“In questo Libro c’è la Salvezza,” dice.

“Allora perché…?”

“Perché è ben celata fra le parole, e se non La trovi troverai invece Dannazione.”

Sposto la sua mano delicata. Un fremito attraversa l’intera carrozza mentre apro il Libro ad una pagina a caso e scorro le parole con lo sguardo. Lei mi fissa. Le mostro la pagina, le indico il Versetto. In silenzio legge e rilegge, legge e rilegge. Poi mi fa chiudere il Libro, che tengo con le mani a leggìo, e mi sorride. E’ un sorriso sottile, delicato come il suo pallore. “Andiamo,” dice, e stavolta il sussurro è così lieve che fatico a udirlo. Usciamo col Libro dal vagone ristorante. Prima che le porte automatiche si chiudano ci raggiunge stanco il lamento dell’inserviente: “La prego, la prego: è vietato fumare.”

Lo scompartimento è vuoto e pulito. Lei chiude la porta, tira le tende, siede e accavalla le gambe con un’espressione d’attesa. Guardo fuori per un breve istante, vedo braccia scheletriche di alberi carbonizzati protese verso il treno in corsa.

Indico il finestrino: “Chiudo la tenda?”

“No.”

La guardo. Esito, imbarazzato: “Come…?”

“Inizia da qui,” dice, e mi mostra i bottoni di legno che le tengono chiuso lo spacco del vestito. Io inizio da quello più in basso.

Sono su di lei, lei è su di me. I nostri sessi divenuti una sola cosa ardono di Fiamma e Rivelazione. Il mondo intero è il nostro amplesso, i suoi seni caldi stretti nelle mie mani, il suo respiro nelle mie orecchie, le sue gambe intrecciate alla mia schiena, i suoi denti aguzzi che penetrano la mia spalla. Un crescendo ineluttabile in marcia con il rollio del treno, verso un boato primigenio che apre il cielo, un’esplosione luminosa e ineffabile che ci travolge irrompendo dal finestrino.

“Non so il tuo nome.”

Rapita dall’orgasmo - le unghie conficcate nel mio petto, gli occhi chiusi, contratti -, non sente; geme, s’inarca, si tende. Infine svanisce. Nel freddo, etereo e sconcertante oblio del risveglio.

Fuori dalla mia finestra, pioggia.

tr**barsi Michelle Hunziker

"Enri, ciao! Ti vedo un po' trasognato."
"Eh, ho fatto un sogno, stanotte: di quelli che non si scordano."
"Racconta."
"Ecco... mi facevo la Hunziker."
"Ma dai! Forte!"
"Non capisci, mi facevo la Hunziker. Ma 'na roba da matti, eh? Un sogno di una vividezza straordinaria!"
"Ho capito."
"No, non credo. Ti dico questo: anche se non l'ho mai vista di persona, per quanto mi riguarda io mi son fatto la Hunziker."
"Pensa lei che s'è fatta te!"


In quello stesso momento in Svizzera:


"Che c'è, Michelle? Hai un'aria strana."
"Ho sognato tutta notte di far sesso con un ciccione peloso con la barba. Mein Gott, che incubo!"