Streghe

Per essere solo giovedì oggi sono straordinariamente stanco. In ufficio mi sono trascinato a fatica all'ora di timbrare in uscita, come se i tasti della calcolatrice pesassero chili.
Questo senso di pesantezza non mi ha aiutato quando ho incontrato R. al supermercato (ma chè?? sto scrivendo in rima o cosa?). Era tanto che non la vedevo, ma la diffidenza che ho maturato per lei è riemersa borbottando come un palombaro dagli abissi. Visto poi che odio fare la spesa, associare la persona alla circostanza a me sgradevole è stato uno scherzo. Dovrò cambiare supermercato.
Forse sono stato troppo freddo. Ora che ci penso me ne rammarico un po'. Comunque anche sforzandomi non credo che avrei potuto riscaldarmi più di tanto. Io sono quasi uno specchio, ho la tendenza a riflettere ciò che ho intorno. Eravamo ben lontani dal banco surgelati, ma vi assicuro che per poco non mi si gelavano le sopracciglia.
Adesso sono qui a guardare l'ennesimo vaso di Pandora scoperchiato. Le streghe urlano isteriche, svolazzandomi attorno sulle loro scope. Code di lucertola e polvere di ragno.
Ma non riesco a credere di divertirmi così. Ma i tempi sono diversi ora. Non ci sono pozioni che tengano. I tarocchi parlano a vanvera, raccontano barzellette sconce. Gli spilli sono caduti dalla bambolina voodoo.
Per una volta penso che mi addormenterò col sorriso sulle labbra. Non c'è niente di meglio che scoprirsi capaci di spezzare un incantesimo. O un maleficio.

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