guidando

Mentre guido continuo a cercare con gli occhi le Medical Towers come punto di riferimento, le luci bianche intermittenti alla sommità delle guglie gemelle. Solo che sono a casa. Le strade si srotolano da un gomitolo di spago rinsecchito, non da un rocchetto di lucido nastro per pacchi dono.
Per un attimo credo di scorgere ciò che cerco, ma l'illusione è presto distrutta dal contesto. Le "guglie" in realtà non sono che due tralicci qualsiasi. Gli alberi non li coprono più.
Tutto ciò dà da pensare.
Mi guardo indietro (no, non nello specchietto retrovisore), cercando di capire se nella mia vita ho già compiuto un simile errore, verso un luogo o magari una persona. La risposta mi spaventa. Adesso che ho una nuova chiave di lettura per la mia vita, questa chiave si dimostra un paradigma entro il quale riesco a far stare qualsiasi cosa. Ogni esperienza del mio passato vi s'adagia comodamente, come in una vasca ad idromassaggio, lasciandomi interdetto a guardarla, quasi incapace di reazione.
Sorrido della mia ingenuità, della mia ippocondria emotiva. Un anno fa, solo un anno fa, questi pensieri non mi avrebbero turbato più di tanto. Ora sarei capace di fermarmi in C.so Piave a chiedere a un passante come raggiungere le torri del St. Luke's.

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