fotografie

Certissimo di aver messo il tal libro su un certo scaffale (quello più alto, ovviamente), e "pirando" (verbo ferrarese genericamente traducibile come "aver pochissima voglia di esercitare le enrgie necessarie per compiere l'azione in questione") a procurarmi qualsivoglia mezzo d'ascensione, tipo sedia, che avrei dovuto trasportare dalla cucina (fatica!), ho iniziato un esercizio di stretching estremo grazie al quale il mio polpastrello è giunto infine a sfiorare il dorso dell'oggetto desiderato. Incoraggiato dal risultato, proteso verso l'alto che neanche Reed Richards, per superare gli ultimi centimetri m'è venuta l'idea balzana di fare un saltello. E ho in effetti raggiunto e afferrato il libro di cui sopra, ma a lui sono venuti fragorosamente dietro una quantità di altri libri, tra cui un manuale in due volumi di diritto amministrativo e il dizionario Sansoni italiano-tedesco,
E un album di fotografie.
Nonostante sapessi da sempre che quell'album fosse là sopra, ritrovarlo così è stata una sorpresa gratificante.
Dimentico del libro, ho iniziato a sfogliare le pagine plastificate rituffandomi nel passato zuccheroso delle foto di gruppo, cene, feste, gite e via così. Chi di voi ha visto il film One Hour Photo, sa di cosa sto parlando. Le foto sono ricordi selettivi. Ritraggono i momenti migliori. Gli altri rimangono "uncovered" (se mi passate il termine).
Forse in virtù dell'altalena emotiva su cui volteggio da giorni, le foto mi hanno procurato le reazioni più disparate, dalla commozione all'ilarità irrefrenabile. Fred, da dieci anni a questa parte, non è cambiato di una virgola. Temo che da qualche parte vi sia un suo ritratto che invecchia al posto suo. Jeff, fierissimo della sua Acura nera e lucida e lo sguardo sciroccato. Morto di aids ma non dimenticato. Nel mio portapenne ho il suo portachiavi. Eleni con la sua espressione perennemente perplessa, e la scia di macchie (vino, cioccolato, ecc.) seguendo la quale potevi rintracciarla ovunque. Ora è migliorata, ma l'amiamo lo stesso. Io e Massimo con il sombrero nero da mariachi che imitiamo i Tres Amigos (anche se siamo in due) alla festa di laurea di Lily e Chris... Ha! Elsa (la tira-sòle) messicana caliente, gestiva benissimo la quantità di ormoni che la sua sola presenza era in grado di sprigionare in noi, semplicemente non presentandosi agli appuntamenti. Ora è manager alla Shell. Deddy (ma voi lo sapevate che si pronuncia Didi? Cioè, a dir la verità ero io che non sapevo che si scrivesse Deddy!) che gira attorno a Massimo come una luna. Ora in Pensylvania, sposata con Brent, quattro marmocchi e uno in arrivo (mi arrivano puntualmente cartoline natalizie che ritraggono tutta la famiglia, ogni anno più numerosa). Leslie, texana verace dagli stivali alle patatine BBQ flavored (ma solo flavored, però), che girava con tutti i suoi averi in macchina come una nomade, e faceva il pane alle feste cui presenziava. Ora un caso per "Chi L'ha Visto?" C'è chi dice che sia in Francia, chi crede di averla riconosciuta tra gli ospiti nelle foto di nozze di amici di amici, ma nessuno è veramente sicuro dove sia.
Potrei proseguire. Ogni foto è una scatola cinese d'emozioni, di ricordi. Perdonatemi se non lo farò. Ci saranno occasioni. Un sacco di storie da raccontare.

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