gold dust

Piove da questo pomeriggio. I primi momenti scendeva qualcosa che somigliava a nevischio. Ora viene che Dio la manda.
Siedo in auto e so che è troppo presto. Spengo il motore per attendere l'ora improrogabile dei sorrisi. Ma nel frattempo alzo il volume dell'autoradio e chiudo gli occhi.
Tori Amos canta Gold Dust. Gli archi, nelle scale basse, fanno vibrare tutto. Li percepisco attraverso la scarpa. Il pianoforte mi accarezza il viso, dolce e struggente.

How did it go so fast, you'll say,
as we are looking back
and then we'll understand,
we held gold dust in our hands.

Dura troppo poco. Ma ormai comincia a far freddo, nel mio guscio metallico. Apro gli occhi. Oltre il mio parabrezza rigato dalla pioggia qualche coppia s'affretta, sotto gli ombrelli, verso il weekend.

Vado anch'io.

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