ig 654

Areoporto di Bologna. Guardo il tabellone delle partenze. Imbarco immediato per il volo Meridiana IG 654. E' il mio, può essere? Sì, è il solito, no? Che sensazione strana essere di nuovo qui. La gente mi passa accanto nella lobby affollata, trascinandosi appresso trolley e valigie multicolori.
Non ho bagaglio? No, a quanto pare no. Sono lì in piedi davanti al controllo di sicurezza, col biglietto in una mano e il cellulare nell'altra.
"Corra! Vada a fare il check-in!"
La voce mi riscuote. Il poliziotto mi guarda con amichevole apprensione. Sembra che il mondo si sia fermato per osservare me, lì interdetto. Il silenzio è una bolla irreale a mezz'aria. Questurini, passeggeri e addetti dello scalo mi guardano immobili e muti. Gli occhi colmi di curiosità.
Vado? Mi volto in direzione del desk Meridiana, che sembra a un continente di distanza. Potrei farcela.
"Può farcela!" conferma il poliziotto.
Guardo di nuovo la folla oltre il controllo di sicurezza, i cancelli d'imbarco. Il mio dovrebbe essere il n. 11. C'è una persona che conosco là in mezzo. Mi dà le spalle ma gettando una rapida e furtiva occhiata verso di me si fa riconoscere. In quel momento la prospettiva si allunga come un elastico.
Devo prendere quel volo.
O non mi perdonerà mai. Mai.
E' una corsa frenetica controcorrente. Muri di persone e bagagli da scavalcare o abbattere come in un percorso di guerra. Sembrano tutti immobili, intenti a guardarmi con sguardi di rimprovero. Sembrano volermi ricordare che ho una sola, infinitesimale speranza, e che se me la lascio sfuggire sarò da biasimare per sempre.
Come giocando a "bandiera", afferro al volo la carta d'imbarco e mi catapulto di nuovo verso i cancelli. Ma correndo di nuovo controcorrente --strana 'sta cosa -- capisco che è finita, che non farò mai in tempo. Tenendo la carta d'imbarco sopra la testa, lancio un urlo strozzato e supplichevole al destino.
Per favore. Per favore. Non è colpa mia.
Per favore.

Apro gli occhi, sudato e affannato, avvolto nel piumone ikea bianco e rosso come in un bozzolo, il cuore gonfio e martellante.

Neve, coprimi sotto il tuo manto.

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