ieri/oggi

Ieri.

Ancora in ospedale.
Sono un po' stufo di questi "lavori in corso" sulla mia persona. Ma di certo non posso sottrarmici. Solo, il nonsense di questa circostanza per cui farmaci che servono ad uno scopo producono tali effetti collaterali, che a loro volta devono essere risolti con altri farmaci, o addirittura intervenendo chiurgicamente, beh permettetemi di dire che ha il sapore di una battuta di cattivo gusto.

Ora è il turno degli occhi. Anni di cortisone hanno opacizzato il coso, lì, il cristallino.
Voce dal fondo della sala: "cataratta?!"
No, dannazione. Leggi qui, sul referto dell'oculista. Vedi? C'è scritto o-pa-ciz-za-zio-ne.
"stessa cosa. cataratta!"
Già. Però suona decisamente meglio nell'altro modo.

Si può sfuggire la terminologia specialistica, ma la sostanza purtroppo rimane.

Basta bisturi, maledizione. Voglio stare bene.


Oggi.

Ufficio, poi in giro a veder cucine.
Sulla strada di casa noto l'insegna di una pizzeria e la mia salivazione ingrana allegramente la quarta. Fiocca la neve, fiocca bene. Pregusto la seratina al calduccio. Ma intanto, pizza. Parcheggio (incredibile) di fronte al posto e m'avvventuro nella tormenta. Questa sera m'aggrada una marinara. "Niente appuntamenti galanti stasera, eh?"esclama il simpatico pizzaiolo sminuzzando l'aglio. Lo guardo da sopra gli occhiali con uno sguardo che in un film di Tarantino equivarrebbe ad una rivoltellata in mezzo alla fronte.
Poi mi siedo a fianco ad un'altra cliente in attesa, e sfoglio un numero vecchio e stazzonato di Quattro Ruote (unica rivista disponibile oltre a Gente, già in mano alla donna) tanto per far passare il tempo.
A un certo punto il pizzaiolo richiama l'attenzione della signora seduta accanto a me, mostrandogli i cartoni delle sue pizze. La signora s'irrigidisce un po' e poi, dopo un attimo di esitazione, si alza di scatto dal seggiolino di plastica. D'istinto butto l'occhio, e cosa vedo? Là sul seggiolino, sul quale era stata seduta la signora fino a quel momento, c'è questa rivista scandalistico-piccante. L'occhio fa a mala pena in tempo a rilevare alcuni elementi generali (foto sgranate in bianco e nero, stile tipo volantino pubblicitario, tette) quando la donna afferra l'oggetto con nervosismo prossimo ad un attacco isterico, brandendolo davanti a sè con disgusto.
"Ecco qui!" esclama con tono di sfida, fronteggiandomi. "Ecco le donne nude! Se vuole le donne nude, eccole!!"
La guardo.
D'istinto (e di principio) sono una persona tollerante. Ma i bacchettoni professionisti come questa signora impettita e perfettina, con le sue scarpine luccicanti e la sua borsettina luccicante e i suoi occhilini immortalati da Gary Larson in mille vignette, col loro atteggiarsi a novelli Savonarola contro la morale degradata del millennio, beh, ottengono su di me il medesimo effetto che non danzandomi il flamenco sui testicoli.
Ora, io sono un maestro della risposta fulminante, sagace e corrosiva, a parte il fatto di trovarla di solito solo alcune ore dopo il momento del bisogno. Ma la gratuità di questa sceneggiata grida vendetta nelle mie orecchie, e non posso ignorarla.
Spalanco gli occhi sulla rivista tenuta con due dita (come una cosa immonda il cui solo contatto sia ripugnante), m'illumino in un sorriso pieno di un entusiasmo quasi infantile, e dico:
"Aaahhh! Eccoooo dov'era finita!"
Con mossa felina gliela prendo di mano e l'apro ad una pagina a caso, venendo sommerso da un mare di tette, per iniziare poi una serie di mormorii e grugniti di famelica ammirazione.
Dimenticando che pochi minuti prima non solo le avevo tenuta aperta la porta, ma che grazie a ciò aveva anche colto l'occasione di passarmi davanti al banco, la signora mi lancia un'occhiata pregna di significato ed emette un suono ben noto ai lettori di fumetti: "snort!!
La donna se ne va, e inserendo la mia marinara nel cartone il pizzaiolo dice:
"sei stato grande! la babbiona l'altra volta la rivista l'ha pure buttata nell'immondizia, che ho dovuto togliere tutto il pomodoro da una pagina! Ti meriti un premio, ti meriti!
Rido, un po' imbarazzato dall'entusiasmo del tipo. Mi offrirà la pizza, penso. Lui mi regala l'adesivo con sopra la sua foto mentre sforna una pizza.

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