tied up for good

Tempo. Troppo tempo.

Troppo tempo per pensare, in queste giornate di convalescenza. Dovrei anestetizzare la corteccia celebrale con un'inezione televisiva sufficiente a stordire. Film, qualche episodio di X-Files o DS9.

Invece aleggiare qui, tra il letto e il libro e il mac e la scrittura, con la testa che gira, lo stordimento da visione difforme, e nonostante tutto usare il troppo tempo per infliggersi sofferenze inusitate, già espiate, già espunte, che si annidano nelle cartelle sul desktop, con la scusa che è ora di mettere un po' d'ordine a questa vita in sordina, partendo dal computer, cambiando e ricambiando loro il posto, non gettando via nulla. E come si fa a gettar via? Come si fa a disfarsi di parte di sè?

Come in un vecchio cartone animato, dove un cane rincorre una preda trascinandosi in giro per la stanza un gomitolo di spago. E all'improvviso si ferma e si volta e viene preso dall'orrore, perchè con lo spago ha avvolto ogni oggetto fragile della stanza, vasi, lampade, piante, e non può fare un altro movimento ancora senza provocare un disastro.

Nel mio cuore lo spago è teso, e io non trovo la forbice...

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