midnight call

Come in un episodio degli X-Files, in basso a sinistra compare indicazione di luogo e ora.

Ferrara's outskirts
Sunday, March 7th
00:28 A.M.

Una stanza in penombra, illuminata da una lampada da tavolo su una scrivania in ciliegio. Alla scrivania siede, davanti ad un portatile MacIntosh acceso e sulla cui tastiera è intento a digitare come un ossesso, un tipo corpulento. Assai stranamente il tizio indossa occhiali da sole.

L'orologio sveglia barometro Oregon Scientific accanto al portatile scatta dalle 00:28 alle 00:29. E in quel momento [diiin-dònnnn] suona il campanello.

Il tizio alza gli occhi dal computer, guardandosi attorno disorientato. Guarda l'orologio sveglia barometro. Poi, a scanso di equivoci, estrae l'orologio da taschino e verifica.

Le lancette segnano le 00:29.

[diiin-dònnnn] insiste il campanello.

"checcazzo..."

Il tizio si alza, attraversa (sempre con gli occhiali scuri) il breve corridoio senza accendere la luce e, giunto alla porta d'ingresso, sbircia attraverso lo spioncino.

Sagomati da un pronunciato effetto fish-eye, un uomo stempiato ed una donna in vestaglia.

"checcazzo..." forse è l'ora tarda, ma il nostro protagonista non è molto originale e tende a ripetersi un po'.

[diiin-dònnnn]

Un respiro profondo, una mandata di serratura, e la porta è aperta.

"Si?" dice il tizio in occhiali da sole al buio.

"Hai sentito il terremoto?" dicono i due, sovrapponendosi l'un l'altro.

"Eh?" Il tizio è pure rincoglionito a causa di dosi massicce di antibiotici assunte tramite iniezioni intra-muscolo, che gli somministra l'infermiera ottantenne Lisetta massaggiandogli la natica per un quarto d'ora prima di affondarvi l'ago (n.b. un dettaglio come questo in una vera sceneggiatura non lo troverete mai, non fa avanzare la vicenda).

"Il terremoto! Il terremoto! L'hai sentito?!"

Pochi minuti prima il tizio era intento a scrivere una breve poesia ispirata alla quiete della notte e non solo

a) non ha sentito alcun terremoto, ma
b) cominciano a girargli.

"Non ho sentito nessun cazzo di terremoto. Spero che venga davvero e che abbatta con violenza il vostro lato del palazzo!" vorrebbe dire il tizio in tono alterato. Invece dice:

"Non ho sentito niente..."

Senza scusarsi o salutare, i due schizzano verso la porta più lontana del piano.

Il tizio richiude la porta e ridà un paio di mandate di serratura, rimanendo di nuovo al buio con i suoi occhiali da sole Alain Mickli. Ritorna strisciando i piedi alla scrivania.

"In questo palazzo sono tutti fuori di testa" dice ad alcuni puffi seduti qua e là in salotto. "Meno male che ci siete voi che mi aiutate a mantenermi sano di mente..."

E tutti insieme si mettono a cantare un'aria dal Rigoletto.

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