for what it's worth...

Fuori con mio padre, così gentile da farmi da chaffeur. L'operazione è fresca fresca e, ovviamente, non posso guidare. Però devo traslocare entro il 31 marzo quindi ho bisogno di fare acquisti (ieri la cucina, oggi lavatrice), nonostante la spossatezza dell'intervento e questi antibiotici che sembrano volermi più morto di uno streptococco.
L'autoradio sussurra in sottofondo nel traffico di via Bologna. E quando meno me l'aspetto ecco la stilettata. Una dj dalla voce suadente annuncia una dedica. Da ** a ** con tanto amore. I nomi sono dei perfetti sconosciuti, ma...

"Hey, baby come 'round
keep holding me down
and I'll be keeping you up tonight"

Dieci. Mesi. Fa.
In auto sulla transpolesana. La mia macchina del tempo mi conduce verso il futuro. Il cd gira gira gira. E una parte di me si aggrappa ad un corrimano del Titanic con l'illusione che non affonderà. Il cd gira.

"A four-letter word got stuck in my head
the dirtiest word that I've ever said
it's making me feel alright"

Aeroporto Catullo.

"For what it's worth, I love you!
and what it's worse I really do
for what it's worth I'm gonna run run run
'till the sweetness gets to you
and what it's worse I love you!"

Un portachiavi di Hello Kitty. Promesse non mantenute. Pulcini di cernia. Un collare d'ambra. Affondare al largo di Terranova, senza un abbraccio, senza un'ultima affannata stretta di costole, senza un singhiozzo. Cinque ore in aeroporto e il cd gira.

La canzone termina con la voce della dj che si unisce al ritornello.

...for what it's worth, I love you...

Smonto davanti a casa mia pensando a dove accidenti ho messo quel cd. Devo regalarlo a qualcuno. Oppure no. Devo tenermelo e, anzi, ascoltarlo ogni mattina appena sveglio, mentre mi rado. Ogni sera, tornato dall'ufficio, mentre riordino e (se sono in vena) cucino. Ogni notte, poco prima di addormentarmi.

Confondere ricordi con ricordi.

...e io che pensavo di aver imparato qualcosa da Orfeo ed Euridice. Sarà per domani.

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