morfina

Inosservato, da alcuni giorni lotto per uscire dalle macerie. E' molto pericoloso aggirarsi tra i ruderi pericolanti e, lo ammetto, in quest'occasione sono stato veramente avventato. Comunque nella mia lotta sono molto discreto. M'allontano sempre, quando sento di essere in crisi. Mi "rintano". Nascondo. Dissimulo. Sono un mago, in questa tecnica di mimetismo. Forse grazie anche ad un certo equivoco sull'umorismo, che di norma la gente non considera finchè non glielo si sbatte sul naso. Io stesso ho avuto bisogno dell'ammissione esplicita di qualcun altro con più acume (e fegato) di me, per vedere che il re era nudo.

Visto che non c'è antibiotico, prendiamoci almeno l'aspirina.

O un aulin.

Codeina, morfina.

Una volta, che stavo veramente male, mi sono meritato una bella siringata di morfina. Ho fatto in tempo a vedere con la coda dell'occhio la mano dell'infermiere e la siringa col mio nome su, e un istante dopo venivo avvolto, anzi venivo immerso in una pozza calda, amniotica, di rilassatezza. Un'oscurità profonda mi ha separato dalla sofferenza come per una strana elettrolisi emotiva, e poco dopo sono caduto in un sonno di cui ricordo solo il risveglio.

Ecco. In questo momento vorrei potesse accadere lo stesso sortilegio.

Ma non solo so che non accadrà, ma so che anche così conciato, dolorante, claudicante, escoriato, tornerò presto a sfidare la sorte tra le rovine della mia cattedrale.

Lo sto facendo in questo preciso momento.

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