freddo freddo

A volte le parole sono veramente inutili. E sono i momenti che temo di più; quelli in cui cerco e m'affanno e alla fine taccio.
Nel frattempo ho scoperto che la mia casa nuova è una ghiacciaia. Perfetta per conservare bevande fresche, ma meno ideale per la sopravvivenza. Soprattutto con questi inspiegabili colpi di coda d'inverno che mi si abbattono sul collo in picchiata come una squadriglia di spitfire (cosa dice il calendario? 14 maggio? Ah! C'è da ridere!).
Rabbrividisco avvolto nelle lane placide, doni provenienti da diverse mani, e faccio il punto. Come un navigatore solitario nel mezzo dell'oceano. E non voglio. Maledizione, non voglio. Non c'è bisogno del sestante per sapere di essere in mezzo al nulla. Anche abitando in pieno centro. Eppure è un meccanismo automatico, un riflesso involontario. E io spero sempre in una nuvola, che copra gli astri per me e li nasconda alla mia vista.
Amo l'oscurità. Da sempre.

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