Graal

"That is not dead what can eternal lie
and with strange eons even death may die."

L'inspiegabile distico cantato
dall'arabo pazzo Abdul Alhazred
come citato da H.P. Lovecraft


Slit! Il cutter scivola da una parte all'altra del cartone, affondando nel nastro adesivo con facilità. Addentrandomi sempre più profondamente nel mio passato, nell'aprire gli ultimi cartoni mi sento un po' Indiana Jones alla ricerca di qualche reliquia d'inconcepibile valore.
Immergo le mani tremanti nello scrigno appena aperto, timoroso di qualche trappola mortale, e inizio ad estrarne i suoi tesori.

...robaccia, robaccia, robaccia, spazzatura, uhmm...

Un pacchetto di fogli scritti fittamente a mano dal sottoscritto (l'incomprensibile calligrafia non dà adito a dubbi). La minuta di una lettera, direi. Leggo tre righe. Spazzatura. Riprendo la cernita.

...robaccia, spazzatura, robaccia, robaccia... e questo?

Una grossa busta rigonfia contenente buste più piccole. Lettere indirizzate a me. Le passo una per una, controllando i mittenti, cercando di capire se c'è qualcosa che valga la pena tenere. Man mano che leggo, butto nel mucchio che finirà al macero, finchè non ne rimane una. Non c'è mittente. Estraggo il foglio e inizio a leggere. Mi bastano due parole per capire di chi è e di che cosa si tratta. Per sfizio la leggo fino in fondo, dopo di chè è per me grande soddisfazione farne coriandoli da gettare nel mucchio per il macero. Chissà quanto impegno è stato profuso per produrre quel concentrato d'ipocrisia.

Di nuovo immergo le mani nell'acquasantiera dei ricordi.

...robaccia, robaccia, spazzatura... che mi venga un colpo! (come se non me ne fosse già venuto uno)

Un paio di foto scampate al rogo, una cartolina mai ricevuta ma consegnatami brevi mano e con una dedica sul retro. Vacillo un attimo su questi ultimi due articoli. Avrebbe potuto essere un buon perido, non fosse per il condizionale... via, macero.

...foto, carte, lettere, foto, lettere e poi...

Il solo, l'unico e l'ineguagliabile Quaderno dei Sogni. Un banalissimo quaderno a righe dove, nei miei intenti, avrei dovuto riportare i deliri della mia vita onirica. Se non consideriamo le prime sei facciate, è vuoto. Lo tengo. Magari un giorno riprenderò a scriverci.

...altri fogli, appunti strappati e polverosi, pochi stentati versi di una poesia poi fiorita su altre pagine, ritagli di giornale col mio nome su (no, niente cronaca nera... almeno per il momento), il programma di una rassegna rock tenuta alla Sala Estense dal titolo immaginifico "Le Cocomere Sono Verdi" e, in fondo in fondo, a contatto col cartone dello scatolone, la copertina del demo del mio gruppo. Al tempo in cui i PC erano una chimera fantascientifica, trascorsi una notte intera a lavorare con forbici, colla, cartoncino e lettere trasferibili.

the SUBWAY
dreams in shadows
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Side A:
- change 4:33
- take care of me 3:55
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Side B:
- another party 6:50
- can't wait 3:56
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Enrico: voce, tastiere, ritmi
Andrea: chitarre (mi sono sempre chiesto: perchè plurale??)
Stefano: basso
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Per contatti (anche i cellulari erano una chimera fantascientifica):
Enrico 0532-
Stefano 0532-
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Ah, gioventù spensierata. Questo non solo lo tengo, mi sà che lo farò anche incorniciare. Niente da dire. Trovare il Graal può lasciare disorientati.

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