fil di ferro

L'osservare la fiamma di una candela ha dischiuso in me una scatola di ricordi di cui avevo perso traccia.
Io bambino in preda al delirio su di un letto basso, e un comodino sul quale sfarvalla la luce o di una candela o di un'abat-jour senza paralume con una lampadina da pochi watt. La sensazione di separazione dal corpo, di affondare nella melma putrida dell'incoscienza, da cui riemergere per i pochi istanti in cui le pezzuoline fredde mi vengono appoggiate sulla fronte. E il buio tutt'attorno, vivo di ombre gigantesche e spaventose come la solitudine, in cui aleggiano le voci perdute, lontane, spente, dei miei genitori.

Mi sono piegato così spesso, da una parte poi nel senso opposto, che non mi sorprenderebbe se mi spezzassi come del fil di ferro.

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