insonnia

Giornata senza storia in ufficio, le solite menate (se mi passate il francesismo).
Piove una pioggia polverizzata che rende inutile l'ombrello. In pochi istanti gli occhiali diventano un caleidoscopio che moltiplica ogni luce per cento, per mille.
A volte credo nel Destino. Quando sento il suo soffio che sfiora ma sono abbastanza incoscente da ignorarlo, e quello si sceglie qualcun altro su cui infierire. Il dolore che proviamo quando chi ci è vicino soffre è fatto per tre parti di affetto e per una parte di senso di colpa per aver pensato che almeno questa volta non è toccato a noi.
Nel frattempo, fuori con Sal e Marce, la serata è stata un delirio di complotti internazionali, consigli per gli acquisti, sms selvaggi e birra.
Ora è tardi e dovrei proprio andare a letto. Ma sento il richiamo delle parole che non posso scrivere, e rimango qui a guardare il cursore che lampeggia dopo questa frase

0 commenti: