meno tre

Qualcuno deve aver fatto un cazziatone coi fiocchi al responsabile per gli omaggi aziendali, perché quest'anno, con solerzia inquietante, abbiamo ricevuto la strenna già ieri (che era il 24 novembre). Ora, non è che la cosa mi dia così fastidio. Ma non riesco a far a meno di chiedermi se tra il mese di ritardo dell'anno scorso e il mese d'anticipo di quest'anno non sia possibile trovare una ragionevole media.

[...]

Pensavo, oggi, tra me e me delle forme e dei numeri, mentre contemplavo l'ordinata stampa da excel dei contributi versati al F.do di Solidarietà Credito. Colonne ben proporzionate di date e importi, totali in grassetto scanditi per trimestre, filetti a fine pagina. Il mio sguardo scivolava sui numeri, soppesando meditatamente le proporzioni, le implicazioni. E all'improvviso venivo trascinato su una strada pericolosa da un'innocente concatenazione mentale.

Dunque, nel giugno 2002 - disse boriosamente non so quale metà del cervello all'altra -, l'ufficio si trovava ancora nella vecchia sede, abitavo nella grande casa in via Copernico, ero agli sgoccioli con quella che sarebbe stata la mia ultima partita a scacchi via e-mail (e la stavo pure perdendo), e ogni, ognissimo giorno, quando staccavo da lavoro, montavo in auto e mi fiondavo a Frassinelle sul set del film, per sentire gli attori recitare le battute che avevo scritto per loro. Dunque, nel giugno del 2002 ero ragionevolmente felice.

La metà di cervello che aveva ascoltato non sembrò particolarmente colpita dalla notizia. Si limitò ad un sorrisino sufficiente e, in evidente tono di sfida, portò i miei occhi su "agosto 2002". L'altra metà raccolse la sfida con orgoglio, enunciando con precisione le tratte in traghetto, le dune di Chia e Piscinas, le tavolate di amici, proseguendo sempre più animatamente fino ad esaurimento scorte.

Kim Novak, platinata e sognante, indicava col ditino squisitamente calzato in un guanto di camoscio due punti sulla sezione del tronco di una sequoia, nel film "La donna che visse due volte". Qui sono nata, qui sono morta. Il tabulato dei contributi al fondo esuberi fu per un momento come il minuto reticolo su quel tronco. I cerchi sostituiti dalla colonna delle date.

Agosto 2002, settembre 2002, novembre 2002, febbraio 2003, maggio 2003.

Qui ho preso l'aereo verso l'ignoto, qui l'ho preso per raggiungere il mio destino. Qui ho scritto una poesia d'amore, qui ho imbucato tulipani olandesi. Qui ho vegliato col respiro mozzo, qui ho riposato tra le braccia della mia amata. Qui ho riso da rimaner senza fiato, qui ho pregato di rimaner senza lacrime. Qui ho gustato le seadas col miele, qui ho bevuto l'orribile caffè nero della sconfitta. Qui ho passeggiato con l'amata al fianco, qui mi sono trascinato a casa senza forze o speranze. Qui ho spento le luci, qui ho acceso candele profumate. Qui ho recitato, qui sono stato me stesso. Qui ho avuto paura ma sono stato coraggioso, qui invece sono stato un codardo. Qui sono nato, qui sono morto.

La vita si dipana davanti e dietro me, divisa in trimestri.


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