come on baby, light my fire

Un mosaico di foto della cantantessa davanti a me, sulla scrivania. Pessimo segno. Per un attimo ho il fiato corto, l'improvvisa voglia di guadagnare punti del programma Hi-Fly Meridiana. E' quando, provvidenzialmente, mi mordo l'interno della guancia, provocandomi un dolore tale da dissolvere ogni pensiero (romantico o meno) in una nuvoletta di imprecazioni.

pictures of you

Anni fa (tanti anni fa), cercando qualcosa nel mio portafogli vi ritrovai la foto della mia vogliosa ex morosa inglese Liz. Era dicembre, uno di quei bei mesi densi di nebbia come non se ne vede più, e la fine del nostro rutilante rapporto risaliva ad agosto. Alquanto stupito per la grossolana amnesia, nel locale dove in quel momento mi trovavo con amici a bere birra e fagocitare cibi iperproteici cominciai a domantarmi quale sorte riservare alla foto. Tenersi semplicemente in tasca il ritratto non era ammissibile. Occorreva trovare un metodo per disporne che fosse ad un tempo efficace, definitivo ed altamente simbolico.
Ora, parliamoci chiaro, quella non era una foto qualunque. La ragazza era davvero carina, anche con quell'improbabile acconciatura alla Lady D., e immortalata splendidamente su fondo azzurro in un abito scollato e un sottile filo di perle al collo. Quel fotografo sapeva il fatto suo. A completare il tutto, sul retro c'era una dedica al sottoscritto, dolce e allusiva al punto giusto.
Mentre mi spremevo le meningi la foto passava di mano in mano attorno al tavolo, in senso antiorario, suscitando vari commenti, molti dei quali irripetibili. E il mio fastidio era montato al punto che, impossessatomi di un accendino abbandonato sul tavolo, mentre la foto mi veniva porta indietro le detti prontamente fuoco all'angolino superiore sinistro.
La fiammella ammiccò, quasi incerta se estinguersi, come intimorita dalla bellezza che avrebbe potuto incenerire, dalla grazia e l'eleganza che minacciava. Ammiccò, danzò, sfarfallò. E infine attecchì allegramente come un falò estivo.
Chi reggeva la foto ebbe un attimo di esitazione, indeciso se lasciarla cadere a consumarsi nel posacenere vuoto, oppure se farla cadere nel piatto che mi stava davanti e che fino a quel momento aveva ospitato solo un'insignificante montagnola di tovagliolini di carta. Forse allettato dalla potenziale spettacolarità della seconda ipotesi, aprì dunque le dita e depositò la foto in fiamme sulla soffice montagnola di tovagliolini. Che divampò come un incendio boschivo.
La fiamma mi arrivò in un attimo all'altezza delle sopracciglia, che sottrassi al rogo appena in tempo, e l'incendio fu intenso ma anche molto breve. Il combustibile, i tovagliolini, si esaurì in fretta, e mi ritrovai presto in balia del fumo e della cameriera imbufalita. Mi scusai profusamente con lei e con gli amici (anche se in effetti la responsabilità NON ERA tutta mia!!) e m'immersi nella nebbia che stagnava in piazza castello, preda di un rammarico che nulla aveva a che vedere con l'umiliazione di poco prima. La verità vera, che ora cominciavo a comprendere e che era stata sopraffatta da una stizza infantile, era che desideravo conservare un ricordo di Liz. Davvero. Anche se non ci eravamo capiti, se non eravamo fatti l'uno per l'altra, e lei era stata un'arpia e io un maledetto egoista, mi mancava. Quella foto era un bel ricordo che io avevo distrutto. Io non so più tanto bene com'era fatta Liz. Ho qualche ricordo dei suoi occhi verdi, delle sue mani e, ovviamente, dell'acconciatura alla Lady D. Ma pur sforzandomi, non so più tanto bene com'era fatta Liz. Vorrei quella foto, ora, per ricordarmelo.

Mesi fa, con grassi lacrimoni che mi bruciavano il viso, come quando ero bambino e mi sfracellavo sull'asfalto grazie ai pattini, ho preso le sole quattro (4) foto della mia cantantessa in mio possesso e ne ho fatto minutissimi e dolorosissimi coriandoli (niente fuoco stavolta). Vorrei poter dire di averli dispersi nel vento. La realtà è che hanno fatto una fine molto meno poetica.

E l'altra sera ho cominciato a pensare a Liz, e non so neanche bene perchè. Forse il telefilm ambientato a Londra, o più probabilmente uno di quei momenti profondamente introspettivi istigati dalla cattiva digestione. Per un paio d'ore è stato tutto un rivoltarsi fra le coperte, ma con la consapevolezza di non avere scampo. Per fortuna nel lontano gennaio 2003 ho avuto la lungimiranza di fare un backup su cd e, magia, ecco sbucare le quattro (4) agoniate scansioni dalla cartella "temp".

La stampantina Kodak sputa le foto sulla scrivania e io le dispongo a casaccio, prima, con arte poi. Le guardo, emozionato, colmo d'affetto. Ho accarezzato quel collo, quel viso, quei capelli, baciato quelle labbra. Mi sono tuffato in quegli occhi e a volte penso di non esserne mai riemerso. Ho amato con tutte le mie forze e adesso... adesso mi sono appena morso l'interno della guancia e sto imprecando in una lingua esotica.

Le foto sono nell'album.

1 commenti:

    On mer set 15, 08:20:00 AM 2004 Anonimo ha detto...

    anch'io ho fatto briciole delle foto di un mio ex...quando ho saputo che ha fatto con le altre tutto ciò che non ha voluto fare con me...
    hehehe...never regret!!
    ;-)