in senso inverso

Breve riflessione prima di tornare a scrivere.

Percorro Via Borso a passi tranquilli e mi supera un maggiolone nero cabriolet col tettuccio abbassato. Dentro, al posto di guida, un tipo della mia età, e a fianco a lui un'anziana signora dalla composta chioma bianca. La signora ha con sé dei fiori.

Oltrepasso il cancello della Certosa, facendo oscillare dolcemente la mia rosa, respirando l'aria mite di questa mattinata dal cielo inglese.

In fondo alla strada vedo il maggiolone nero tornare indietro. Va forte. Il suo autista, ora solo, dopo aver scaricato l'anziana passeggera coi fiori, ha evidentemente una gran fretta di andarsene. "Va piàn!" gli impreca dietro un pensionato. Mi passa di nuovo a fianco, stavolta in senso opposto al mio, e per un istante vedo l'espressione sollevata che ha sul volto. I suoi affari sono altrove, qui perde solo il suo tempo. Meno male che può andarsene.

Mentre raggiungo la celletta di famiglia riconosco la chioma bianca che stava sull'auto. Si muove sicura attorno ad alcune sepolture con fiori, vasi, secchielli d'acqua. Non è triste, ogni suo gesto ha un significato, un suo scopo puntuale. Di quella puntualità d'altri tempi, fatta di cose semplici, di momenti attenti, di spiritualità nella concretezza.

La celletta di famiglia è in ordine. Dò acqua alle piante, getto i fiori secchi, lascio la mia rosa.

Sulla via del ritorno vedo ancora l'anziana chioma bianca attorno alle sue tombe. Ha un sacco da fare.

Anche io ho un sacco da fare. Meno male.

Meno male che posso andarmene.

0 commenti: