impact

Questi giorni sono un po' come giocare a "Campo Minato". Basta un solo passo falso e il mio equilibrio viene giù con un tonfo.

In macchina, coi fari che tagliano il buio di via Comacchio in direzione di Ferrara, sussulto all'apparire di una lepre. La bestiolina è lanciata in uno scatto olimpico che, pur essendo mirato a portarla sul lato opposto della strada, è destinato invece a condurla sotto i mei pneumatici. Impreco tra i denti certo di non riuscire ad evitare l'impatto, ma ecco che l'istinto di sopravvivenza della lepre prende il sopravvento, sotto forma di un agilissima piroetta che la riporta in salvo al luogo d'origine. Sollievo. Poche centinaia di metri dopo, il cartello di Bivio Medelana.

[flashback: ore 13.00 - percorro la stessa strada in direzione opposta quando, come in un episodio di The Twilight Zone, dalla segnaletica scompare misteriosamente Comacchio. Il suo posto è preso da Adria. Che è di certo un posto in cui mi piacerebbe tornare, ma essendo atteso al Lido di Spina non vorrei che, oltre che dalla segnaletica, Comacchio fosse stata eliminata anche dalla geografia (in quanto a questo ho un paio di amici che, al contrario, ne gioirebbero). Proseguo dunque per Adria giungendo puntualmente a Comacchio. Unica segnalazione il cartello d'entrata in città. A volte mi prende questo intenso desiderio di fare qualche domanda ai funzionari dell'A.N.A.S.]

Spengo l'autoradio. Ho cantato in duetto con Jeff Lynn un discreto repertorio. Ora, mentre mi si apre la mente ad accogliere la meteora che mi insegue da questo pomeriggio, ho bisogno di silenzio. Per qualche ragione sono braccato da colpe già espiate. Ed è come avere i loro fari alle mie spalle, il loro paraurti attaccato al didietro della mia auto. Non posso frenare o rallentare perchè ne seguirebbe un urto micidiale.

Accelerano. Sento la botta, la vibrazione sul volante. Mi sento morire.

E non è solo questione del conto della carrozzeria.

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