15/8

Ecco. Come in una canzone di Tori Amos, l'estate dell'82, dell'84.
Corse sulla spiaggia spellandomi le piante dei piedi. Gelati al chiosco. Compiti per le vacanze.
La bionda che mi sorride, portando a spasso il cane.
L'acqua del mare che mi cinge in un abbraccio delizioso. Mentre mi perdo, per sempre, nei miei sogni.
Da allora non ritrovo la strada di casa.

Cammino per le strade semideserte della città. Sera mite, per una volta non soffocante. Il mio riflesso indugia su qualche vetrina mentre soppeso con gli occhi un nuovo equilibrio. Mi fa paura, questo silenzio alternato al frastuono assordante. La mia voce non è mai stata tanto sospesa. O deserta bellezza di Ferrara, cantava D'Annunzio, loderò le tue vie piane, grandi come fiumane, che conducono all'infinito chi và solo col suo pensiero ardente.

Il mio pensiero ardente.

Ne ho bisogno. Per sopravvivere.
E tutti continuano a gettarci sopra secchiate d'acqua gelata.

A volte desidero pronunciare parole solo per sentire ancora il loro suono sulle labbra.
Che importa se non avrò più alcun bacio? L'importante è la salute, no?

2 commenti:

    ho conosciuto un periodo di sospensione...
    Balenavo tra i sogni di una ragazzina e allo stesso tempo tendevo il mio arco verso bersagli importanti, traguardi da donna....(matrimonio,figli,ecc...)
    Erano sogni che mi rendevano completa, adeguata e forte, e come gli ingranaggi di un orologio facevano trascorrere il mio tempo trasformando il tutto in una dimensione apparentemente infinita...
    solo dieci anni fa..
    smack!

    Adesso sei senza sogni?
    Fatico un po' a crederlo.
    Penso che - più o meno - i sogni ci definiscano. Possono cambiare, perchè anche noi cambiamo grazie (o malgrado) le esperienze della nostra vita. Il tempo, da bravo mediatore, ci aiuta a barattare sogni con altri. Ma credo che non rimaniamo mai a mani vuote.